La caratteristica struttura occhiolinata o pommelé, come viene normalmente definita con il termine francese, deriva da un difetto dell’albero: si presenta come un susseguirsi di bolle o nodi più o meno grandi, che però non sono dovuti, come nel caso delle radiche, alla formazione di gemme che vengono inglobate prematuramente nelle fibre del tronco. Si tratta, invece, del gioco di riflessi nella marezzatura dovuto alla differente incidenza della luce sulle fibre. Questo fenomeno è presente solamente in una fascia circolare più o meno ampia del tronco e si verifica quindi in corrispondenza in certi anni della crescita dell’albero. Nel mogano, oltre a questa struttura pommellata, si verificano spesso altre marezzature molto caratteristiche e decorative: possiamo ad esempio citare le piume (feather, croach figure, piume, pyramide), le figurate (weavy, curly, ondé, gewelltes), radiche (burr, ronce, maser) ecc. I1 termine di mogano dovrebbe venir riservato unicamente agli alberi provenienti dall’America centrale (Antille) con eventuale estensione agli alberi delle stesse specie provenienti dall’America meridionale. Swietenia mahagani Cuba
S. candollei Venezuela
S. humilis Messico
S. macropylla Perù e Brasile
S. krukovii Brasile
S. tessmannii Perù
Tuttavia il commercio ha ufficializzato anche i cosiddetti mogani africani che pur appartenendo alla stessa famiglia delle Meliaceae non appartengono però al genere Swietenia. È il caso del khaya o grand bassam (Khaya ivorensis). Per estensione poi il termine di mogano africano è stato esteso anche ad altri legni quali il sipo (Etandophragma utile), sapelli (Entandophragma cylindricum), tiama (Entandophragma angolese), e ad altri ancora. L’affinità botanica di questi alberi con il vero mogano è piuttosto discutibile, tuttavia l’aspetto esteriore ricorda abbastanza da vicino il mogano da meritarne l’appellativo seppure con aggiunta del relativo suffisso di specificazione (mogano – sipo, ecc.).